Cosa Visitare nel Territorio

Le Marche nascondono tesori naturalistici e culturali da non perdere.

Caratterizzata dalla presenza dei monti Appennini, che dolcemente degradano lungo vallate parallele fino al mare. La regione si contraddistingue per la rara bellezza che l'ha resa terra di grandi personalità, da Giacomo Leopardi a Raffaello, da Giovan Battista Pergolesi a Gioachino Rossini, da Gaspare Spontini a Padre Matteo Ricci a Federico II, che qui sono nati.

Gola del Furlo

Imponenti strapiombi, gallerie romane in cui passava l'Antica Via Flaminia e la Grotta del grano sono soltanto alcuni degli elementi suggestivi che potrai ammirare nello straordinario scenario del Furlo.

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Attraversata dalle verdi acque del fiume Candigliano, che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, il Furlo è formato da un enorme parete di calcare spaccata in due, per erosione da parte delle acque, tra il Monte Paganuccio e il Monte Pietralata. Nel centro della gola si trova la suggestiva Grotta del grano in cui nidificano, fra una fittissima vegetazione intricata, aquile reali.

La riserva del Furlo è costituita da 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate e rappresenta la terza area protetta della Provincia di Pesaro-Urbino. Questo luogo fuori dal tempo è considerato un vero e proprio paradiso terrestre, dai mille colori e odori, degno di essere ammirato e percorso a piedi in tutti i numerosi sentieri.

La Via Flaminia proprio in questo punto presenta una galleria (lunga 38,3 mt,) denominata anticamente “petra pertusa” o “forulus” da cui deriva l'attuale nome di galleria del Furlo. Venne scavata nel suo punto più stretto da Vespasiano nel 77 d.C, al fine di permettere l'attraversamento degli Appennini dal versante tirrenico a quello adriatico. Nelle vicinanze di quest'ultima è presente anche un'altra galleria lunga soltanto 8 mt, scavata probabilmente dagli Umbri o dagli Etruschi.

Esemplari di fauna davvero singolari vivono in questa particolare area marchigiana, come il falco pellegrino, il gheppio, il picchio muraiolo, il lupo, il capriolo, il daino, il cinghiale e il nero lodolaio.

La folta vegetazione che sovrasta le cime del massiccio è caratterizzata in prevalenza da querceti con roverella, carpino nero, orniello, acero e sorbo. Ricchissimo è inoltre l'habitat fluviale e particolarmente variegata è la vita presente nelle foreste, nei pascoli e nei cespuglieti.

Sono molto salvaguardate e valorizzate, nel rispetto delle normative vigenti, la coltivazione e la raccolta di tartufi (al Furlo c'è una delle più antiche tartufaie d'Italia) e di essenze edule (funghi e frutti del bosco).

Lo sviluppo della cultura di questo tubero, le tradizioni silvo-pastorali e la strategica posizione di crocevia e infine la vicinanza al mare, fanno della Gola del Furlo un'interessantissima area degna di essere visitata.

Se volete soggiornare in un agriturismo gola del furlo, noi di Cà Serrantonio - Ferri vi sapremo indicare sentieri e strade da percorrere.

Per ulteriori informazioni, consultare www.riservagoladelfurlo.it

Piobbico

Nel cuore delle Marche, vicino al Monte Nerone, si snodano infiniti itinerari turistici, che, partendo da Piobbico, attraversano piccoli centri abitati e antichi borghi, ancora oggi inalterati nel tempo.

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TERRA RICCA DI TESORI NASCOSTI E MILLENARI

Fra i numerosi paesaggi mozzafiato dai mille colori, Acqualagna, Apecchio ed Urbania risultano essere luoghi particolarmente interessanti perché ricchi di storia arte e cultura millenaria.

IL CLUB DEI BRUTTI

Piobbico è conosciuto in tutto il mondo per l'Associazione Nazionale dei Brutti che fu fondata nel 1960 con l'obiettivo di sensibilizzare il cittadino sui problemi del soggetto brutto.

Il mitico Telesforo Iacobelli ricordava che nello Statuto associativo si precisa che se un individuo non è bello fisicamente, è bene aiutarlo a superare gli eventuali complessi che possono condizionarlo e, in casi particolari, è anche necessario collaborare con lui per scegliere l'anima gemella.

La nascita di questo club fu infatti motivata dall'esigenza di maritare le zitelle del paese e viceversa di ammogliare colore che non rappresentavano certo le classiche “ sette bellezze” Poi con il passare degli anni, la società si è evoluta e così l'Associazione ha accolto una visione più ampia della questione, assumendo il compito di sminuire il culto della bellezza e dell'apparenza esteriore.

Negli ultimi decenni il club ha così diffuso questo particolare punto di vista con campagne mediatiche ed innumerevoli sono state le sue apparizioni in giornali e soprattutto in trasmissioni televisive.

Oggi il club è aperto a tutti, naturalmente anche ai bellissimi, purché ne condividano la filosofia, i valori e le finalità. Gli iscritti sono attualmente più di 22.000, sparsi in tutto il mondo. Esistono inoltre ‘succursali' in Italia, Polonia, Francia, Spagna, America, Inghilterra e Argentina. Svariati sono i premi concessi dal club. Famoso è il “No-Bel” e molto ambito è il “Vulcano d'oro” (ricevuto da Maurizio Costanzo).

Tra gli altri iscritti famosi citiamo: Giulio Andreotti, Mike Bongiorno, Pippo Franco, Piero Badaloni, Paolo Bonolis, Maria Amelia Monti, Gerry Scotti, Alessandro Cecchi Paone e persino Miss Italia Cinzia DE Ponti.

A Pobbico ogni settembre di ogni anno si tiene così la sagra del polentone alla carbonara e il festival dei brutti. Quale occasione migliore per trascorrere un buon weekend all'insegna della buona cucina marchigiana e dall'accogliente ospitalità dei Piobbichesi!

Agriturismo Piobbico Cà Serrantonio - Ferri aspetta quindi i suoi gentili ospiti – grandi e piccini, famiglie & gruppi di amici – in un'ambiente da favola, in ogni periodo dell'anno!

Castello di Gradara

Qui nasce la leggenda letteraria della relazione passionale di Paolo e Francesca, caratteristiche che ancor oggi le valgono milioni di visite durante tutto l'arco dell'anno (favorite anche dalla vicinanza con le più belle località turistiche della Riviera Adriatica).

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Il castello è situato ad un'altitudine di circa 142 metri sul livello del mare.

Il Castello di Gradara straordinariamente aperto tutto il periodo estivo e primaverile, è una delle strutture più belle e romantiche del territorio. Sede del passionale amore tra Paolo e Francesca il Castello è visitabile con guide tematiche per immergersi nella grande magia di un luogo senza tempo.

In seguito ad alcuni restauri, la Rocca divenne Museo Statale e ad oggi costituisce uno dei monumenti più visitati nonché teatro di varie manifestazioni musicali ed artistiche. Nel 1928 l'ing. Zanvettori decise di vendere il Castello allo Stato mantenendo l'usofrutto, che decadde dopo la scomparsa della moglie (rimasta vedova) nel 1983.

Egli si avvalse della collaborazione di Gustavo Giovannoni, architetto conosciutissimo e specializzato in architettura medievale, ma introdusse anche qualche decorazione del suo tempo, come elementi neogotici ed in stile liberty. Seguirono anni di forte abbandono terminati intorno al 1920, anno in cui l'ing. Umberto Zanvettori, ultimo proprietario del maniero, avviò importanti restauri al fine di riportare la Rocca al suo antico splendore.

Dopo la parentesi medicea rientrarono i Della Rovere e vi rimasero fino al 1631, anno in cui il Ducato di Gradara passò definitivamente nelle mani dello Stato Pontificio per essere concesso in enfiteusi (una sorta di affitto secondo cui una famiglia può godere di un territorio per almeno vent'anni, provvedendo però a curarlo ed a migliorarlo a spese proprie) ai Signori di Pesaro come gli Albani ed i Mosca.

La zona di Gradara apparteneva allo Stato Pontificio e, per questa ragione, ogni volta che saliva al soglio un nuovo papa, per nepotismo egli consegnava i territori più prestigiosi ai suoi parenti o pupilli, come nel caso di Leone X che spodestò i Della Rovere in favore del nipote Lorenzo DÈ Medici (che governò sul ducato dal 1513 al 1521).

In particolare, la Fortezza venne affidata ed amministrata dalle donne della famiglia, che tennero un governo saggio e giusto. Negli anni in cui Giulio II divenne pontefice, il Castello di Gradara venne affidato al nipote Francesco Maria II e alla sua famiglia, i Della Rovere.

In seguito allo scioglimento del matrimonio tra Lucrezia e Giovanni approvato dal Papa, il dominio di Gradara passò al fratello della donna, Cesare Borgia, detto il Valentino. I numerosi interventi messi in atto per volere degli Sforza sono inoltre testimoniati da una lapide posta sopra il ponte levatoio e da alcune rappresentazioni compiute da Amico Aspertini(che fanno coincidere i lavori di restauro con le nozze tra Giovanni Sforza e Lucrezia Borgia). Giovanni Sforza fu un altro personaggio chiave per lo sviluppo del Castello: egli infatti avviò imponenti lavori di abbellimento e restauro, commissionò maestosi affreschi ed introdusse cornici scolpite, tuttora egregiamente conservate.

In seguito a questo assedio e successiva lotta, la Fortezza e il suo Signore dovettero arrendersi, consegnando il dominio dell'intera area al Papa che l'assegnò alla famiglia Sforza.Grandi furono inoltre gli scontri ai quali il Castello fece da scenografia, in particolare quello tra le truppe del Duca Federico di Montefeltro (appoggiate dal Papa) e l'esercito di Sigismondo Pandolfo (scomunicato dallo Stato Pontificio), nel 1463. Sotto la podestà della famiglia Malatesta, essa fu la residenza prediletta di Pandolfo II ed ospitò numerosi personaggi noti della casata: si narra che nelle sue meravigliose stanze si consumò la tragedia amorosa di Paolo il Bello e Francesca Da Polenta, che vi abitò la stimata Battista di Montefeltro moglie di Galeazzo, che vi visse anche il signore di Rimini per eccellenza, Sigismondo Pandolfo.

Oltre che una poderosa Roccaforte, il Castello di Gradara rappresentava una prestigiosa residenza dei signori: l'elegante cortile portava agli interni, molto curati negli arredamenti e nelle decorazioni con preziosi affreschi rievocativi di episodi mitologici e di epoca classica.

Successivamente, gli elementi difensivi vennero adattati alle armi moderne: nel XV secolo furono introdotte quindi delle feritoie, scarpature, torrioni poligonali per affrontare al meglio gli attacchi di armi da fuoco.L'architetto di nome non ancora noto, fu l'artefice di particolari interessanti ed arguti: le tre torri poligonali coperte ed abbassate nel tratto per i cammini di ronda, le due cinta murarie, i tre ponti levatoi, i beccatelli con caditoie, le merlature furono solo alcune delle caratteristiche che resero la difesa di questa Rocca invincibile. Nella prima metà del XIII secolo, Malatesta da Verucchio sottrasse, con l'ausilio del papato, la torre alla famiglia De Grifo ed ordinò la costruzione dell'intera Fortezza. La grandezza e lo sfarzo del Castello di oggi lo dobbiamo soprattutto alla famiglia Malatesta, che tra il XIII e il XIV secolo fece costruire la fortezza e le imponenti cinta murarie (la più esterna si estende per circa 800 metri), strutture che resero l'intera zona inespugnabile per secoli.

Dall'agriturismo Cà Serrantonio – Ferri potrai raggiungere il castello di Gradara e visitare la sua unica bellezza senza tempo.

Urbino

Se siete alla ricerca di un agriturismo urbino & dintorni Vi consigliamo Cà Serrantonio - Ferri, splendida struttura agrituristica situata a pochi km dalla città di Raffaello, in un contesto idiliaco: natura incontaminata, prati verdi, piscine, campi sportivi e tanto altro.

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Visitare Urbino significa tuffarsi nel cuore del rinascimento italiano nella terra di Raffaello Sanzio, Piero della Francesca e Federico da Montefeltro.

La sua architettura è tanto particolare da aver fatto in modo che Urbino venisse soprannominata la “città a forma di palazzo“. Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO. È la città marchigiana più famosa nel mondo.

Da non perdere il Palazzo Ducale, l'oratorio di San Giovanni, il Duomo di Urbino e la casa natale di Raffaello Sanzio. Urbino è anche sede di una rinomata Accademia di Belle Arti e di un Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro.

San Marino

Se cerchi un agriturismo vicino San Marino ti aspettiamo al Cà Serrantonio - Ferri, favolosa struttura agrituristica situata a pochi km dalla famosa repubblica e da tante altre mete importanti nelle Marche.

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Infatti, in 45 minuti di auto dall'agriturismo Cà Serrantonio - Ferri si raggiunge questo luogo molto apprezzato dagli nostri ospiti: San Marino. Pochi sanno che San Marino è la più antica Repubblica d'Europa. Ha un'estensione territoriale di 61,19 km² popolati da 32.538 abitanti. È uno dei meno popolosi fra gli Stati membri del Consiglio d'Europa e delle Nazioni Unite.

Nel 2008 il centro storico della Città di San Marino e il monte Titano sono stati inseriti dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità in quanto “testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal Medioevo”.

San Marino non è solo storia, ma Eventi, sagre, gare e competizioni sportive, musica e teatro sono in grado di far vivere ai suoi visitatori nuove emozioni nel contesto di una delle più suggestive mete turistiche del mondo.

Dallo shopping alle manifestazioni culturali, passando per la rivisitazione di importanti avvenimenti storici, ci sono sempre mille occasioni per visitare San Marino.

Cosa vedere a San Marino:

1. Museo della Tortura

Tappa importante per ogni turista è il Museo della Tortura che, dal quel che dice la locandina, ha fama di essere uno dei più inquietanti del mondo. Il museo si erige su tre piani collegati tra di loro da una scala a chiocciola, e mostra ai visitatori diversi metodi di tortura, rimarrete inorriditi dai metodi agghiaccianti che venivano utilizzati per torturare i malcapitati.

2. Guaita, Cesta e Montale

Locale da non perdere è “La Gatta”, formato da due modeste stanze, decisamente rustico, in cui potrete gustare i fantastici cassoni e piade del posto. Tra le tre torri Guaita, Cesta e Montale, La Guaita è decisamente spettacolare, offre un paesaggio mozzafiato sulla vallata sottostante. È la più antica delle tre torri (XI secolo), e fino al 1975 era stata adibita a carcere.

La Cesta sempre imponente ma più giovane, risale al XII secolo e venne incorporata nella seconda cerchia di mura nel XVI secolo.

Più piccola della prima anche se il panorama non è decisamente da meno, ospita poi al suo interno il Museo di Armi Antiche, con oggetti datati dal XIII al XIX secolo.

3. Il Museo Statale

Nei pressi della piazzetta del Titano, più precisamente nel Palazzo Pergami Belluzzi, potete trovare il Museo Statale che ospita reperti legati alla storia di San Marino e pezzi regalati alla Repubblica, tra cui alcune statuette egizie. Il museo è gratuito, e saltuariamente ospita mostre di diverso genere a pagamento.

4. Il Palazzo Pubblico

Detto anche il Palazzo del Governo, si trova in Piazza della Libertà. Nel palazzo si svolgono le cerimonie ufficiale ed hanno sede i principali organi amministrativi ed istituzionali. Non è da perdere il cambio della guardia alla mezzora di ogni ora.

5. La Statua della Libertà

Sempre nella piazza della Libertà si innalza anche la così detta Statua della Libertà, donata dalla contessa Otilia Heyroth Wagener nel 1876.

Cà Serrantonio - Ferri – l'agriturismo vicino San Marino che saprà accoglierVi calorosamente in tutte le stagioni dell'anno. Vi aspettiamo!

Grotte di Frasassi

Visitare oggi per la prima volta le Grotte di Frasassi può far capire la meraviglia e l'emozione di quel gruppo di speleologi che, oltre 40 anni fa, consegnarono al mondo questa immensa opera d'arte della natura.

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Le Grotte di Frasassi sono considerate il più grande complesso ipogeo d'Europa: un luogo fiabesco che si estende per circa 30 chilometri, su otto piani geologici ricchi di stalattiti e stalagmiti secolari, laghetti cristallizzati, anfratti, pozzi, cunicoli, rocce e minerali.

La strada che si percorre in auto per arrivarvi è stretta tra i monti. All'interno delle grotte sembra di camminare in un mondo ultraterreno, dove il tempo e lo spazio diventano concetti poco applicabili, così come il senso dell'orientamento e delle dimensioni.

La prima “sala” che si incontra è chiamata Abisso Ancona. Abisso è il nome che le fu coniato quando gli speleologi fecero cadere il sasso attraverso il foro sulla cima della montagna, per stimare la profondità della grotta che speravano fosse sotto di loro.

Abisso Ancona, Ancona in onore della loro città di provenienza.

La cavità è enorme, tra le più grandi d'Europa, tanto che potrebbe comodamente contenere il Duomo di Milano.

Centralmente troviamo stalagmiti millenarie denominate I Giganti, poiché sono alte circa 20 metri e hanno un diametro che varia dai 2 ai 5 metri.

Man mano che si procede, si visitano la Sala 200, il Gran Canyon, la Sala Bianca, la Sala delle Candeline, la Sala dell'Orsa e la Sala dell'Infinito. Un susseguirsi di opere d'arte naturali, talvolta bizzarre, altre volte imponenti come le Cascate del Niagara, il castello della fatina, quello delle streghe, la Spada di Damocle, l'Obelisco, le canne d'organo, cammelli e dromedari etc...

Il percorso visitabile si snoda su 1 chilometro e mezzo e permette di esplorare, attraverso una serie di passerelle e gradini, cinque delle sette sale che compongono il complesso. Oltre al percorso standard, esistono due percorsi alternativi, che permettono di accedere alle sale non visitabili tramite il normale itinerario turistico.

Da sapere:

Come arrivare:

In auto partendo dalla nostra country house è sufficiente prendere l'autostrada A14 e uscire Ancona Nord, Superstrada SS76 Ancona – Roma, uscita Genga (25 minuti d'auto dal casello autostradale);

In treno, linea ferroviaria Ancona – Roma, Stazione Genga – San Vittore Terme;

Aereoporto più vicino: Ancona – Falconara. Coordinate GPS: N 43° 24.243 E 12° 58.554

Dove parcheggiare: a circa un km dall'ingresso delle grotte, c'è un ampio parcheggio gratuito collegato alle grotte tramite servizio di navetta (anch'esso gratuito).

Orari: le Grotte sono aperte tutti i giorni, tranne dal 10 al 31 Gennaio. Dal 1 Marzo al 31 Ottobre, tutti i giorni con ingressi ogni ora dalle 10 fino alle 17. Dal 1 Novembre al 28 Febbraio, dalle 11.30 alle 15.30 nei giorni feriali e dalle 10 alle 17 Domenica e festivi. In caso di maggiore afflusso, vengono aggiunti turni intermedi. È necessario trovarsi in biglietteria 30 munuti prima dell'ingresso scelto o prenotato.

Prezzi biglietti: interi 15,50 euro, ridotti (militari di leva, over 65, speleologi, studenti universitari) 13,50 euro, ragazzi 6-14 anni 12 euro, bambini sotto i 6 anni gratuito. I biglietti comprendono la visita guidata alle grotte, parcheggio, il trasporto alle grotte con navetta l'ingresso al Museo Speleo-paleontologico di San Vittore e al Museo di Genga – Arte Storia Territorio. È possibile acquistare i biglietti anche online, in tal caso consiglio comunque di presentarsi alla biglietteria almeno 30 minuti prima rispetto all'orario prenotato.

Percorsi avventura: è necessario prenotare almeno una settimana prima, telefonando al numero verde 800 166 250 o o via email, scrivendo a booking@frasassi.com. Il Percorso Azzurro costa 35 euro a persona, mentre quello Rosso 45 euro. La quota include la guida e tutta l'attrezzatura necessaria, incluso tuta e caschetto protettivo.

Visite guidate in lingua: dal 1 Giugno al 30 Settembre, sono disponibili visite guidate in lingua Inglese, Tedesco e Francese, tutti i giorni alle ore 11:15, 12.45, 14.45 e 16.15.

Servizi: sia presso il parcheggio/biglietteria che presso l'ingresso delle grotte si trovano toilette e punti ristoro.

Per maggiori informazioni: www.frasassi.com

San Leo

Detta anche Montefeltro – con il suo spettacolare castello – è situata a 583 slm, a 32 km da Rimini, su un enorme roccia, con un'unica strada di accesso.

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Moltissmi anche i luoghi di interesse: la Pieve preromanica, il Duomo romanico lombardo del sec. Xll, il Forte, Il Museo di Arte Sacra, il convento francescano di S. Igne, la chiesa di Montemaggio, la torre campanaria e tanto altro ancora!

Dicono che sia la città più bella d'Italia...

Casa vacanze montagna Marche – Agriturismo Cà Serrantonio - Ferri, situato a pochi km da questa fantastica attrazione turistica, offre ai suoi ospiti una ricca gamma di attività per adulti e bambini: natura, sport, relax & divertimento in un'unica struttura.

Aquafan Riccione

Il parco acquatico nella vicinissima Romagna, il più famoso acquapark d'Europa vi aspetta anche quest'estate!

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90.000 mq di verde sulla collina di Riccione con almeno sei percorsi botanici e aree pic-nic, più di 3km di scivoli, la grandissima piscina a onde, giochi aquatici, vasche con idromassaggio, schiuma party, spettacoli, concerti con i DJ più famosi a livello mondiale, 3 aree dedicate ai bambini – ricche di giochi d'acqua e animazioni e tanto altro!

Divertimento senza limiti, discese vertiginose, condotti e spruzzi, piscina con onde, un caleidoscopio di emozioni ed il tuffo liberatorio nella grande piscina, cuore del parco acquatico più divertente del mondo: Aquafan.

Estreme river, Stizzacool, Speedriul, Tweest, River run, kamikaze. Su un gommone o senza, giù a scheggia o dentro i tunnel vorticosi fino allo splash finale in un bagno di adrenalina. In quanto al, kamikaze non voglio anticiparvi nulla. Scivoli alti fino a 25 metri, dai quali scendere quasi volando.

Ma non preoccupatevi per i cuori meno deboli ci sono anche soluzioni più morbide e altrettanto divertenti come il surfing hill. Se poi si sceglie il fiume rapido, potrai ritrovarti a dover domare le rapide tempestose in solitario… ma in mezzo alla folla.

Tutt'altra sensazione nel fiume lento,dove placidamente sarai trasportato dalle acque fino alla cascatella finale. Altro momento di relax nelle vasche idromassaggio e laghetti comunicanti per prendere il sole o fare ...niente.

Lo spazio per i bambini più piccoli è assicurato dall'elefante rosa, dal quale sbucano scivoli bianchi dove i bimbi si divertono in sicurezza fra mille spruzzi.

Inoltre la schiuma e il ballo sono altri elementi che non si dimenticheranno: l'animazione di personale professionista di altissimo livello garantisce divertimento con libertà di espressioni e coreografie preparate con talento, passione e disciplina.

Tutto non si può raccontare, come diceva qualcuno, ‘provare per credere'e buon divertimento!

Il parco sarà aperto tutti i giorni dal 1 Giugno al 13 Settembre, dalle ore 10.00 alle 18.30.

Acqualagna

Vi proponiamo un soggiorno da sogno nel complesso agrituristico Cà Serrantonio - Ferri – location ideale per chi desidera visitare la nota Capitale del Tartufo, distante solo pochi km dalla nostra struttura.

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Nello scenario dei monti Pietralata e Paganuccio, con le vette del Catria e del Nerone che fungono da sfondo, sorge Acqualagna. Proseguendo lungo la consolare Flaminia, nei pressi della Gola del Furlo, potete ammirare questa suggestiva località, denominata un tempo burgo aqualania, secondo una nota pergamena del 1292.

Le origini di Acqualagna sono ancora più antiche perché risalgono all'abitato romano di Pitinum Mergens. Oltre al santuario del Pelingo, un altro interessante luogo di culto è l'abbazia romanica di S. Vincenzo al Furlo, considerato come uno dei più famosi cenobi benedettini della Regione Marche, già esistente nel 970. A Farneta, invece, sono visibili i resti di un fortilizio feltresco, insieme alla Chiesa di S. Giovanni risalente al XIV secolo.

Lungo la strada per Piobbico si possono ammirare i bellissimi affreschi trecenteschi della Chiesa della Madonna al Pietriccio, la Chiesa abbaziale di S. Maria Nuova e il Castello di Naro. Naturalmente la Gola del Furlo con il lago costituiscono una meravigliosa tappa turistica indimenticabile per lo spettacolare fascino paesaggistico che si presenta al visitatore.

Famosa è poi la Fiera Nazionale del tartufo che attira moltissimi curiosi e buongustai, visto che Acqualagna provvede ai 2/3 dell'intera produzione nazionale del prezioso tubero, con circa 600 quintali di tartufo di tutti i tipi.

La tradizione secolare di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa in modo che il suo mercato diventi un prezioso scambio interculturale e commerciale sia in Italia che all'estero.

Vi aspettiamo all'agriturismo Acqualagna Cà Serrantonio - Ferri, in tutto l'arco dell'anno, in occasione di fiere, festival, feste & sagre importantissime ma anche per soggiorni dedicati esclusivamente al relax insieme ai propri cari.

Urbania

Cittadina ricca di monumenti, posta al centro dell'alta valle del Metauro (62 km dal mare), lambita per tre lati dal fiume che scorre a ridosso delle antiche mura.

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Distrutta nel 1277 dal ghibellino Galasso da Montefeltro per la fedeltà verso la fazione guelfa, fu ricostruita nel 1284 dal legato papale Guglielmo Durante che ne trasferì l'abitato dalle collina alla pianura, affidandone la difesa ad un munito castello, a potenti mura e alle acque del fiume che le scorrevano e ancora scorrono attorno.

Da questo periodo, a ricordo del suo fondatore, fu chiamata Casteldurante: denominazione che mutò in Urbania solo nel 1636, dopo la devoluzione alla Chiesa del ducato di Urbino di cui aveva finito per far parte, allorché Papa Urbano VIII la elevò al grado di città con relativa diocesi. Urbania presenta un impianto urbanistico assai regolare, con vicoli lunghi e diritti che la fanno assomigliare ad un accampamento romano.

È divisa in quattro quartieri (Porta Parco, Porta Cella, Porta Vecchia, Porta Nuova) e presenta all'interno del nucleo storico costruzioni di vari periodi, più d'uno di notevole pregio architettonico. Fra tutte emerge la vasta mole del Palazzo Ducale (sec. XV-XVI), già appartenuto ai Brancaleone, primi feudatari di Casteldurante, e poi residenza dei Montefeltro e dei Della Rovere e oggi sede della Biblioteca Comunale, degli Archivi Storici, del Museo Civico e del Museo della Civiltà Contadina.

Fra gli edifici sacri vanno ricordate la chiesa dei Morti con bel portale gotico e il macabro 'Cimitero delle mummie', la rinascimentale chiesa del Corpus Domini, la barocca chiesa di S.Caterina, la settecentesca chiesa di S.Francesco e la coeva Cattedrale con annesso Palazzo vescovile, oggi sede del Museo Diocesano. Da ricordare anche il Palazzo Comunale (sec. XVI) con la coeva Torre Campanaria (1561), l'ottocentesco Teatro 'D. Bramante' con elegante sala a palchetti e, un chilometro fuori dell'abitato, il complesso rinascimentale del Barco con incorporata la settecentesca chiesa di S.Giovanni Battista. Nativi di Urbania furono i pittori Giustino Episcopi e Giorgio Picchi di cui restano valide opere in più di una chiesa.

Celebri in tutto il mondo sono le antiche ceramiche di Casteldurante, prodotte dagli abili maiolicari del luogo che, favoriti dalla corte roveresca, poterono giovarsi della collaborazione di pittori famosi, dando vita al genere dello 'Istoriato' che ha reso celebri Maestri come Zoan Maria, Simone da Colonella, i Dolci e i Fontana, insieme con Cipriano Piccolpasso, autore del trattato "Li tre libri dell'arte del vasaio" (1548).

Pesaro

Il nome della città (dal latino Pisaurum) sembra derivi dall'antico nome del fiume Foglia: Isaurus o Pisaurus. Le sue origini sono antichissime: si pensa che i primi ad edificare qui siano stati i Siculi.

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Si trovano poi insediamenti di Umbri-Piceni, Etruschi e Galli Senoni fino al 184 a.C., quando Pesaro diventa la colonia romana Giulia Felice. Durante la dominazione bizantina partecipa alla Pentapoli marittima con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona.

Divenuta un fiorente Comune nella prima metà del XII secolo, viene coinvolta nelle lotte tra Papato e Impero.

È sotto il dominio della Signoria dei Malatesta dal 1286 al 1445 quando viene venduta a Francesco Sforza duca di Milano, con il patto di cederla al fratello Alessandro.

A quest'ultimo succede il figlio Costanzo, poi Giovanni Sforza, marito di Lucrezia Borgia. Dopo il breve regno (1500-1503) di Cesare Borgia, Giovanni Sforza riprende la città fino al 1512, quando subentrano i Della Rovere con il duca di Urbino Francesco Maria I, colui che inizia l'allargamento delle mura.

Il successore Francesco Maria abdica nel 1626 e cede alla Chiesa il ducato di Pesaro e Urbino. Il dominio della Chiesa termina l'11 settembre 1860, quando il generale Cialdini la occupa annettendola al regno di Sardegna sotto Vittorio Emanuele II.

Da allora Pesaro ha seguito le vicende dello stato italiano: le due guerre e la dominazione tedesca, la ricostruzione dopo il 1945, l'industrializzazione e il boom economico.

Nei secoli la città ha allargato il perimetro a pianta rettangolare delimitato originariamente dalle mura romane, il cui cardo massimo (le attuali via S. Francesco e corso XI Settembre) faceva parte dell'antica via Flaminia. La città comincia ad espandersi sotto gli Sforza e i Della Rovere che la abbelliscono con edifici sontuosi – come il Palazzo Ducale e Villa Imperiale -, ne allargano le mura e sistemano il porto, trasferendolo dalla foce del Foglia all'attuale sede. Distrutta per gran parte nella seconda guerra mondiale, viene ricostruita e si espande sempre più fino ad assumere l'aspetto dei giorni nostri.

Oggi Pesaro è una bella città con spiagge da baia Flaminia fino a sottomonte, dove potete trascorrere soleggiate giornate sull'arenile, per terminare la giornata in uno dei ristoranti del centro o lungomare, per poi risalire le colline e godersi il panorama ai piedi degli Appennini all'Agriturismo Cà Serrantonio - Ferri.

Agriturismo Pesaro Urbino – Cà Serrantonio - Ferri, a Piobbico, propone diverse strutture indipendenti, villette & chalet per le vostre vacanze in montagna.

Fano

Fano, la bellissima e ricca di storia località sulla riviera Adriatica (Marche), a pochi km dall'agritursimo Cà Serrantonio - Ferri. Mare & montagna in un'unica vacanza.

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Nel 49 a.c. Giulio Cesare, a testimonianza della vittoria compiuta sui Cartaginesi nella famosa battaglia del Metauro, fa erigere il tempio della Fortuna, Fanum Fortunae, dando origine a quella che Cesare Ottaviano nell'età imperiale eleva allo stato di colonia romana, delimitandola con imponenti mura di cinta. Nasce così Julia Fanestri.

Ancora i 2/3 delle mura sono visibili nell'odierna Fano, dall'Arco d'Augusto, passando per la quattrocentesca Rocca Malatestiana, raggiungendo la Porta della Mandria, così detta per le greggi di pecore che vi transitavano giornalmente e che aprivano un varco dalla Flaminia verso il nord.

Come ogni città romana, anche a Fano troviamo il decumano massimo, che partiva dall'Arco di Augusto sulla Flaminia. Troviamo poi vicino anche il Pincio con la statua di Cesare Ottaviano, fino alla porta est sul mare di cui oggi non c'è più traccia.

L'impero romano si respira ovunque, anche nel sottosuolo, accedendo dalla porta Vitruvio, che si trova un mondo sotterraneo ricco di reperti che danno luogo a continue scoperte, degne di nota. Fano vive un periodo sugli scudi anche intorno al XII secolo sotto i Malatesta Signori di Rimini di cui ricordiamo la Rocca o le tombe di Pandolfo e sua moglie Paola nella chiesa di San Francesco, la Corte, sede anche del museo.

In piazza xx Settembre troviamo il Teatro della Fortuna, l'arco Borgia-Cybo meglio noti come Alessandro VI e Innocenzo III, papi che si sono succeduti tra il 1400 e il 1500, la fontana della Fortuna, simbolo di Fano la cui caratteristica ubicazione su un lato della piazza (non al centro) la rendono unica ed originale.

In via Arco d'Augusto o decumano massimo troviamo la cattedrale di epoca romana, ricostruita nel XII secolo dopo un incendio, con affreschi e tele del Domenichino, Carracci e Ceccarini.

Altro da non perdere sono la Chiesa e le Logge di san Michele, anello di congiunzione tra questi due mondi storici, il Bastione San Gallo eretto a difesa dai temuti sbarchi saraceni intorno al 1500, la Chiesa di San Paterniano protettore della città ed infine, ma non ultimo, la splendida chiesa di San Pietro in Valle.

Dopo questa lunga passeggiata, mettetevi il costume e usufruite delle spiagge che la riviera di Fano vi offre, sia con spiagge di sabbia come Lido e Arzilla, ma anche di sassi come Sassonia.

Prima di tornare all'Agriturismo Cà Serrantonio - Ferri per il meritato riposo, potete gustare cene a base di pesce o il famoso brodetto celebrato con un festival internazionale, nei diversi ristoranti della città del lungomare e della camminata presso il porto turistico Marina dei Cesari.

Arezzo

Alla ricerca di un agriturismo vicino Arezzo? Cà Serrantonio - Ferri è una struttura immersa nella natura incontaminata, nel cuore dell'Appennino marchigiano.

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Arezzo viene fondata sicuramente dalle popolazioni villanoviane, subendo poi l'influenza degli Etruschi e cresce di importanza fino a divenire una delle dodici lacumonie d'Etruria. Le prime testimonianze archeologiche della futura Arretium, di cui non sappiamo tutt'ora il vero nome etrusco, risalgono alla fine del VI sec. a.C.: tratti di mura, resti dell'acropoli di S. Cornelio, resti della necropoli sul Poggio del Sole, ceramiche greche di importazione (cratere di Euphronios, Museo Archeologico di Arezzo), vasi di bucchero.

Intorno al 300 a.C. Arezzo viene sconfitta e subisce l'occupazione di Roma diventando città, etrusco-romana, combatte al suo fianco contro i Galli Senoni ed è punto strategico per l'espansione dell'impero verso settentrione. Successivamente, durante le guerre civili, Arezzo si schiera con Mario e Pompeo contro Silla, subendo poi la punizione di quest'ultimo e di Cesare che ne fanno una colonia. Arezzo cresce di importanza fino a divenire la terza città in Italia, durante l'epoca Augustea. Le mura vengono ampliate, sorgono l'Anfiteatro (II sec.), il teatro e le terme. Con Caio Cilnio Mecenate, divenuto ministro e consigliere dell'imperatore Ottaviano Augusto, si ha un grande impulso all'economia e all'arte. I vasi corallini prodotti ad Arezzo giungono anche in India.

Durante il Medioevo, nonostante il crollo del mondo romano e le invasioni barbariche, Arezzo mantiene prestigio ed importanza; è uno dei primi centri occupati dai Longobardi che costruirono castelli e pievi. Più tardii, la città entra a far parte del Sacro Romano Impero Carolingio. Dai secoli X e XI sorge la figura delvescovo-conte, che vive nel castello fortificato di Pionta (Duomo Vecchio) e che inizia ad assumere il titolo comitale (1059). A causa della sua importanza economica e del suo prestigio, il vescovo viene nominato direttamente dall'Imperatore.

Dopo il Mille, nasce il Libero Comune,e verso il 1200 avviene la costruzione di una nuova cerchia muraria, il cui perimetro raggiungeva i 2.600 m e si forma il borgo maestro. Nel Duecento sorgono edifici pubblici e case-torri; viene ultimata la Pieve di S.Maria. Alla fine del secolo inizia la costruzione della Cattedrale, in stile gotico, e delle chiese di S. Francesco e S. Domenico.

La vita è regolata dal Comune, prevalentemente ghibellino;Dopo l'arrivo di Manfredi di Svevia in Italia, Arezzo con l'imperatore Arezzo sconfigge, unendo il proprio esercito con quello imperiale, l'armata guelfa di Firenze a Montaperti. In seguito alla sconfitta dell'esercito imperiale a Benevento, Arezzo rimane l'ultimo importante baluardo ghibellino, così il papato finanzia Firenze che, i, impartisce una dura sconfitta ai Ghibellini a Campaldino (1289). Nella disfatta muore anche Guglielmino Ubertini, vescovo di Arezzo. Firenze e Siena entrano in possesso di vasti territori aretini.

Con il risveglio culturale, si hanno Arti liberali e attività di rimatori (Guittone, 1235 ca. – 1294) e di artisti locali (Margarito d'Arezzo, 1236 ca. – 1293), seguiti da artisti fiorentini (Cimabue) e senesi (Pietro Lorenzetti); si ha l'apertura dello Stadium. Nel 1304 nasce ad Arezzo Francesco Petrarca. Guido Tarlati risolleva la città dalla sconfitta di Campaldino e avvia un nuovo periodo di sviluppo; c'è così un nuovo ampliamento della cita muraria. Succede a Guido Tarlati il fratello Pier Saccone, con il quale la città cade in decadenza e viene ceduta a Firenze. Riconquistata l'indipendenza, Arezzo vive una lunga crisi politica e viene ceduta di nuovo a Firenze (1384). L'ultimo artista aretino a lavorare in città nella seconda metà del 1300 è Spinello Aretino (1346 ca. – 1410). Nel Quattrocento l'avvenimento di maggior importanza è l'affidamento a Piero della Francesca degli affreschi del coro della chiesa di S. Francesco; nasce così il ciclo dellaLeggenda della Vera Croce.

Il Cinquecento aretino è dominato da Giorgio Vasari (1511 – 1574) ed operano in città Guglielmo de Marcillat (vetrate della Cattedrale e della Ss. Annunziata) e Bartolomeo Ammannati.

La dominazione medicea è per Arezzo una catastrofe: viene realizzato un nuovo sistema di fortificazione, vengono distrutti il palazzo del Comune ed il Duomo Vecchio. I lavori di fortificazione portano al rifacimento della Fortezza e all'erezione di mura bastionate. Sorgono numerose dimore nobiliari e sulla parte superiore di Piazza Grande viene costruito il grande edificio vasariano delle Logge.

Con Firenze, si passa dallo stile gotico a quello rinascimentale, e durante questoil lungo periodo di influsso (prima sotto la Signoria medicea, poi entro lo Stato granducale deiMedici e dei Lorena), Arezzo ha un declino economico, sociale, culturale e demografico. Di questo periodo si ricordano solo Andrea Ceselpino (1519 – 1603) e Francesco Redi (1626 – 1698). Nel 1772, nasce il moderno Comune di Arezzo, dal punto di vista territoriale. Nell'Ottocento Vittorio Fossombroni (1754 – 1844) opera la bonifica della Valdichiana. Nel 1825 nasce il Compartimento aretino, primo nucleo della Provincia aretina. Con l'unificazione dell'Italia (1861) e l'annessione di Arezzo al nuovo Stato unitario, si ha la riconquista dell'autonomia amministrativa.

Dunque ad Arezzo che dall'agriturismo Cà Serrantonio - Ferri dista solo circa un ora e mezza c'è una storia lunghissima ed affascinante che merita una visita.

Inoltre se vi dicessimo che ad Arezzo “La vita è bella” non ci limiteremmo solo ad affermare una verità, bensì vi ricorderemmo che nella piazza grande sono state girate le scene più suggestive del capolavoro di Roberto Benigni.

Eventi da non perdere sono il palio dei rioni che si tiene il 21 giugno e la passeggiata alla riscoperta delle mura etrusche meno note il 18 luglio.

Città di Castello

Comune posto su una lieve altura e centro più importante e popolato dell'Alta Valle del Tevere, vi aspettiamo in un'atmosfera accogliente, immersi nella natura incontaminata delle montagne marchigiane.

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Le prime capanne su palafitte vennero costruite su isolotti del lago Tiberino, ormai ampiamente ritiratosi. Fu fondata con molta probabilità dagli Umbri che agli inizi del primo millennio a.C. si stabilirono in Italia centrale e la denominarono Tiferno. Nel VII secolo a.C. circa vennero in contatto con il popolo degli Etruschi che erano penetrati fino alla sponda destra del Tevere.

Intorno al 290 a.C. Roma sottomise Tiferno (battaglia di Sentino) denominandola Tifernum Tiberinum. Alla fine del I secolo divenne un fiorente municipio: il potente Plinio il Giovane vi fece costruire edifici pubblici e templi, dato che qui possedeva vasti latifondi oltre ad una villa situata nei pressi dell'odierna località di Lama. Più tardi il territorio tifernate fu incluso nella provincia Tuscia et Umbria sotto la diretta amministrazione romana.

L'arrivo del Cristianesimo viene associato alla predicazione di Crescentino (o Crescenziano), vissuto tra il III e il IV secolo e martirizzato sotto Diocleziano in località Pieve di Saddi. La Città fu quindi completamente distrutta dai Goti di Totila nel VI secolo, ma fu ricostruita e fortificata per volontà del vescovo Florido (odierno patrono della Città). Nell'VIII secolo durante il periodo longobardo fu chiamata Castrum Felicitatis, quindi Civitas Castelli (X sec.)

Con l'istituzione del Comune, si arriva all'attuale Città di Castello. Fu libero Comune di parte Guelfa estendendo il suo dominio sui territori confinanti fino al di là dell'Appennino. Testimonianza di questa sua forza e potenza sono i due splendidi palazzi dei Priori e del Podestà, progettati dall'architetto Angelo da Orvieto.

Intorno al 1300 governarono i Pietramala, poi Brancaleone Guelfucci, e di seguito cento anni dopo venne conquistata da Braccio da Montone dei Fortebraccio. Lotte cruente videro protagonisti in ambito cittadino, i vari Giustini, Fucci, Tarlantini, Abbocatelli, Albizzini, ma alla fine ad avere la meglio fu la signoria dei Vitelli. Desiderosi di conferire un nuovo volto alla Città, per testimoniare il loro potere, fecero costruire eleganti palazzi, chiese e monumenti, simboli ancora oggi della raffinata architettura toscana dell'epoca.

Le feste, invece contribuirono a fare della Città “un luogo di molto piacere” dove “vivono infiniti letterati et valentissimi dottori” e ad alimentare la fama degli abitanti quali “gente ospitale e munifica”, sopratutto le Solennità Floridiane con tornei, giostre e spettacoli. Fatta eccezione che per un breve periodo la famiglia Vitelli governò la Città per tutto il '500.

Città di Castello, quindi passò sotto lo Stato della Chiesa fino al 1798, quando le truppe cisalpine entrano in Città. Al loro seguito arrivarono i Francesi che la spogliarono delle migliori opere d'arte. Da qui I francesi e il Papa si alternarono al governo della città. All'arrivo del Generale Fanti, a capo delle truppe piemontesi, l'11 settembre 1860, Città di castello venne liberata ed annessa al Regno d'Italia.

Eventi nelle Marche

Le Marche nascondono tesori naturalistici e culturali da non perdere.

Tantissime sono le sagre, le mostre, personali di pittura, gli spettacoli teatrali, le manifestazioni, le rassegne di musica classica e le serate danzanti oltre a tanti altri eventi che riguardano l'arte, il cabaret, il cinema, la cultura, la gastronomia, la musica, lo sport e il teatro.

Biosalus Festival Nazionale del Biologico

Festival nazionale del biologico e del benessere olistico è un evento culturale, artistico, commerciale e gastronomico dedicato al Biologico e al Benessere Olistico che si tiene ad Urbino, solitamente nei primi di ottobre, ogni anno.

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Un evento nazionale che, fin dalla prima edizione, ha saputo distinguersi coniugando con simpatia e competenza: cultura e commercio, divulgazione popolare e approfondimento specialistico, rigore scientifico e tradizione.

Il Festival rappresenta la volontà dell’Istituto di Medicina Naturale di esprimere concretamente il concetto di Olismo, ancora lontano dalla quotidianità di ciascun individuo.

Il Collegio Raffaello (noto come Collegio degli Scolopi dove studiò Giovanni Pascoli), la Piazza della Repubblica e altri prestigiosi luoghi situati nel Centro Storico, ospitano convegni sul biologico, sulle energie rinnovabili ed il rispetto dell’ambiente, conferenze sul benessere, esposizioni, vendita di prodotti biologici e stand gastronomici.

Nell’Area Trattamenti è possibile sperimentare tecniche per il benessere psico-fisico a cura di professionisti e delle più importanti associazioni del settore: shiatsu, riflessologia plantare, feldenkrais, iridologia, kinesiologia applicata, ecc.

Una sezione dell’evento è dedicata al Paese Ospite, interessante opportunità per conoscere e condividere cultura, usi e costumi di antiche civiltà da sempre attente al rispetto dell’Uomo e della Natura.

Nell’area della BioEcoCasa si possono scoprire le ultime tecnologie sulla bioedilizia, l’architettura bioecologica, il risparmio energetico, la domotica e l’arredamento ecologico.

Non mancano intrattenimenti e spettacoli con rappresentazioni teatrali, danze, concerti, micromagia e burattini.

Per informazioni: www.biosalusfestival.it

Candele a Candelara

Candele a Candelara – consacrato dal successo delle scorse edizioni torna lungo le vie del borgo e del castello di Candelara il mercatino natalizio dedicato al mondo delle candele di tutte le forme, colori e dimensioni.

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Il paese lega il suo nome al latino “Candelaria o festum candelarum”, e le tre candele accese su tre colline stilizzate rappresentate nello stemma manifestano il legame storico con l’evento.

Una lunga storia di candele, un’originale tradizione che è nata nei paesi del Nord Europa e che, via via diffusasi anche in Italia, ha trovato a Candelara il suo luogo d’elezione.

Il mercatino, immerso nella magia di mille luci di candele accese, le vedrà protagoniste insieme ad oggettistica legata al Natale di alto livello artigianale ed artistico.

Ma il momento di maggiore richiamo della festa sarà ogni pomeriggio alle 17:30, alle 19:30 e alle 21:30. Per 20 minuti infatti, verrà interrotta ogni forma di illuminazione pubblica e l’intero paese sarà rischiarato solo dalla luna e da mille fiammelle accese: un momento caratteristico, magico e suggestivo che renderà il clima della festa ancor più natalizio. Immaginate un paesino medievale, prima della scoperta della lampadina elettrica, popolato da un mercatino con casette in legno illuminate da tante fiammelle tremolanti, tutto questo e non solo è “Candele a Candelara”.

L’evento ha acquisito fama nazionale incuriosendo folle di turisti e di amanti della poesia sprigionata dalla luce e dal tepore di ciò che era l’unica risorsa luminosa dei nostri nonni.

Candelara diventerà per tre giorni anche la capitale dei sapori: una grande tensostruttura riscaldata offrirà assaggi e degustazioni con specialità di stagione che renderanno la visita ancor più caratteristica: dal vino novello al vin brulè, dalle caldarroste ai bomboloni caldi, dalle frittelle di mele, alle olive fritte, dalla polenta al baccalà con le patate e altri invitanti piatti tipici.

Per informazioni: www.candelara.com

Motoraduno Sant’Angelo in Vado

Agriturismo Motoraduno Santangelo in Vado? Cà Serrantonio - Ferri vi aspetta nella sua struttura accogliente con l’occasione del famoso raduno e non solo: siamo a Vostra completa disposizione in ogni periodo dell’anno!

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Il Motoraduno del Tartufo è un tappa da non lasciarsi sfuggire per ogni mototurista: divertimento, enogastronomia, cultura, turismo, musica dal vivo, una Domus Romana da visitare, cene a base di prodotti locali e TARTUFO, le mitiche CANTINE DEL MOTOCLUB (sono ben tre!) che da 24 anni allietano il sabato pomeriggio con musica dal vivo e prodotti del territorio offerti (si, avete capito bene: tutto gratis) agli iscritti al motoraduno ed ai possessori della inimitabile tazza celebrativa del motoraduno in vendita alle iscrizioni ed alle cantine.

Fiera del Tartufo Bianco – Acqualagna

La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Ottobre e Novembre è l’evento più importante che ha permesso ad Acqualagna di diventare la Capitale del Tartufo.

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Gli stand espositivi sono circa un centinaio, la Piazza centrale si trasforma in un salotto dove solo qui si possono ammirare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufo fresco per non tralasciare tutti gli altri prodotti di qualità quali salumi vino miele e formaggio prodotti nelle nostre zone. La fama e il target qualitativo dell’evento richiama ormai anche produttori nazionali e internazionali che vengono selezionati e mostrano e vendono solo il meglio della propria produzione di nicchia. Insomma un salone del gusto firmato qualità ma soprattutto tradizione, storia, sapore autentico.

L’afflusso di gente ha toccato i 100. mila visitatori per non parlare di politici e vips di ogni tipo che affollano ogni giornata di fiera. La fiera è una grande vetrina, il volano di tutta l’economia territoriale, il punto di partenza delle strategie di marketing territoriale che contraddistinguano Acqualagna nella Regione Marche.

Un Territorio da Scoprire

Ciò che i nostri ospiti dicono di Noi


"Un Vero Paradiso"

Siamo una famiglia di sei persone,due adulti e quattro bambini di età compresa tra 8 mesi e 11 anni. Abbiamo soggiornato tre notti nel villino Verdi. Lo abbiamo trovato molto spazioso, pulito e super accessoriato con tutto l'occorrente per una buona vacanza. Il paesaggio che circonda l'agriturismo è verde, pulito e curatissimo, il giardino è perfetto con zone d'ombra e spazi dove rilassarsi al sole...

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"Relax e natura in famiglia e a 4 zampe"

Immerso nel verde ed in una cornice naturale che non ha paragoni. I proprietari assolutamente non invadenti e sempre disponibili per qualsiasi occorrenza. Location situata a breve distanza da città d arte e anche attività sportive. I miei cani hanno goduto del verde e di bellissime passegiate. Il sito web dell agriturismo è stato utilissimo...

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